00:00:20
Com’è cominciata la collaborazione nel sindacato? Quale funzione aveva e cosa ha trovato?
- Rientra attivamente nel sindacato perché vi era un problema a Mendrisio. La scelta ricade su di lui perché ero capotecnico nel Comune e non aveva un ruolo attivo nel partito. Accetta consapevole che per lui è più facile rispetto ad altre persone che magari rischiano di essere malviste dal datore di lavoro.
1992
00:3:41
Per lei era chiara la scelta di impegnarsi nel sindacato del SEI?
• Sì perché ha sempre lavorato nel settore dell’edilizia fin dall’apprendistato.
• Nell’FLMO vi erano persone più vicine al PST e quindi col tempo si era creato un certo antagonismo. La FLMO era vista come un sindacato meno movimentista.
• Parla della forte sindacalizzazione nell’edilizia e delle sue origini (granito, frontalierato ecc.).
00:06:40
Che rapporto ha con i sindacalisti? Che situazione trova a Mendrisio?
• Buon rapporto. Conosce già Bizzozzero e impara a conoscere Saverio Lurati e Gabriele Milani, con i quali comincia a collaborare. Il sindacato è in piena trasformazione.
• Al suo arrivo deve ricreare un clima di collaborazione tra i membri del comitato. Si decide di creare una sola segreteria a Lugano e uffici a Mendrisio. C’era il problema delle proprietà immobiliari da gestire e lo stesso vale per Lugano.
• Alla fine viene sciolta la sezione di Mendrisio e si parte su nuovi binari con Lugano.
• In quel periodo il sindacato diventa più incisivo grazie a Milani e Lurati ed è più presente sui posti di lavoro.
• Cominciano i rapporti con la centrale a Zurigo, dove va per risolvere i problemi di Mendrisio. Conosce così Vasco Pedrina.
1992
00:13:40
Si ricorda di qualche conflitto particolare, dove ha dovuto intervenire?
• Ricorda il caso della Valcambi, raffineria di oro a Balerna. Era un nuovo territorio e ciò ha infastidito l’FLMO e la direzione centrale a Berna.
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00:16:10
Lei arriva con un grosso bagaglio di esperienze. In che modo questo l’ha aiutata? Direbbe di appartenere ad una determinata generazione di sindacalisti?
• Facendo politica si impara a risolvere i problemi e questo aiuta anche nel sindacato.
• Ritiene di appartenere a quelli che hanno cercato di svecchiare la situazione. È stato contemporaneo del suo tempo e dei cambiamenti avvenuti dopo il ’68. Si lavorava di più con la base cercando di recuperare la dimensione politica del sindacato.
• Si fanno battaglie che non sono direttamente sindacali, ma che rientrano nei meccanismi della politica (abbonamenti agli apprendisti ecc).
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0:19:53
Ci sono stati casi in cui non ha agito secondo le direttive del sindacato? Questo impegno ha inciso sui suoi rapporti con la famiglia?
• Abbiamo avuto delle frizioni con la centrale, ma non scontri veri e propri.
• Non c’è mai stato un attrito tra lui e la moglie legato ad impegni politici o sindacali. Lei rispettava i suoi impegni e viceversa.
00:22:00
Esiste un filo rosso che caratterizza il suo lavoro nel sindacato?
• Se parliamo della solidarietà sicuramente.
• Se si opera o lavora in un sindacato ci vuole una carica idealistica. Ci vuole un orientamento e capire quali sono i confini tra lavoro e capitale. Ci deve essere un rispetto per l’istituzione Sindacato. E si devono apportare dei progressi economici per i lavoratori.
• Prima di fare uno sciopero bisogna avere delle belle carte in mano.
• Bisogna fare le battaglie necessarie, ma contando bene le forze e non lasciarsi prendere dall’emotività.
• Non bisogna perdere il contatto con la base.
• È convinto dell’importanza di essere nelle istituzioni (fa l’esempio di Lurati nel Gran Consiglio). In paramento ci sono pochi sindacalisti.
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00:31.59
Sindacalisti come lei appartengono ad un’élite sindacale?
• No, mi sembra un po’ esagerato. Abbiamo delle conoscenze in più, ma non siamo un’élite.
00:33:10
Quando lei è stato sindacalista vi sono stati molti cambiamenti sociali politici ed economici che hanno rappresentato una sfida anche per il sindacato. Quale ritiene sia stata la maggiore?
• La grande sfida dei sindacati è stata quella di decidere di fare la fusione. Per me era chiara sin dall’inizio. L’operazione in Ticino non è stata facile perché l’FLMO si opponeva. Alla fine l’operazione è andata bene.
00:37:35
Una grande forza del sindacato è l’immigrazione e qui in Ticino il frontalierato.
• Il sindacato non fa differenze con i migranti. Il lavoro va pagato uguale per tutti. Abbiamo anche fatto una battaglia contro le paghe in euro. Ritiene che il problema della tassazione debba essere risolto a livello di ministri delle finanze. Mentre il sindacato deve operare contro le forze xenofobe.
• Parla del dumping salariale, dei salari più bassi che ci sono in Ticino rispetto al resto del paese e degli strumenti possibili per controllare il traffico dei pendolari frontalieri che invade ogni giorno il cantone.
0:46:20
Le donne sono diventare parte del sindacato. Come giudica il comportamento del sindacato nei confronti delle donne?
• Personalmente non ho mai avuto problemi. E anche in questo caso ritiene che a lavoro uguale la paga deve essere uguale.
• Da noi le donne non sono molte, ma sono bene integrate. Nella Svizzera interna c’è più un clima femminista militante. In Ticino non si manifesta. Forse è una questione culturale e un orientamento più diretto all’Italia.
• Personalmente non è per i gruppi d’interesse. Due (donne e migranti) si sono ritagliati uno spazio e possono diventare un centro di potere. Preferisce una difesa generale e meno specifica.
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00:45.54
Dal 1996 parte la collaborazione tra SEI e FLMO. Come vive questo processo di avvicinamento tra due organizzazioni così diverse.
• Da tempo il SEI cercava di entrare nell’industria e nel terziario. C’è la vicenda della FoxTown con Giuseppe (Pino) Sergi. Ricorda i contatti tra Vasco Pedrina e Cristiane Brunner. Personalmente è per la fusione, mentre dall’altra parte vi era più resistenza.
• Ben presto però diventa chiaro che l’industria stava cambiando e che la fusione era il passo giusto.
• Il processo in Ticino è difficile e si pensa a soluzioni alternative.
• Parla di un incontro con Ambrosetti a Bosco Gurin (TI). Capisce che anche Ambrosetti è per la fusione.
• Parla dell’incontro tra esponenti del SEI e dell’FLMO a Bellinzona.
• L’FLMO voleva un co-segretariato e il SEI una direzione unica.
• L’incontro dura ore e si raggiunge un accordo. Il comitato è paritario: la direzione di fatto passa però a Saverio Lurati.
• Per noi l’OCST è un concorrente e noi volevamo contare politicamente. Volevamo essere un sindacato generalista che poteva confrontarsi con l’OCST.
• Legge il manifesto per favorire la fusione.
1996
01:14:30
A dieci anni di distanza come giudica questa fusione?
• Ricorda un documento presentato per la festa dei 10 anni di Unia. Diceva che Unia è partita alla grande, ma dopo 10 anni comincia a perdere l’iniziale spinta propulsiva. Bisogna riflettere per riprendere questa capacità di incidere nella realtà.
• La società cambia rapidamente e rischiamo di essere sempre in ritardo su queste mutazioni. La società è liquida. Il sindacato deve stare al passo coi tempi, ma non sa come.
2014
01:18:15
Vi è stato il progetto Unia Forte.
• Ritorna sul fatto che nella società prevale l’individualità a scapito della collettività. Ricorda di essere cresciuto in una società dove contava più il noi dell’io.
• Parla delle Officine di Bellinzona e della fabbrica vicina a casa sua, la Medacta.
• In Ticino non vi è mai stato un confine tra Unia e Unia forte.
• Parla della necessità di avere una visione per il futuro. Altrimenti si rischia di fare la fine che stanno facendo i partiti (socialisti in Francia nel 2017).
• Parla del ramo terziario impiegatizio che non si riconosce nel sindacato.
01:27:45
La globalizzazione ha aumentato la necessità di internazionalizzare il movimento. Lei ha partecipato a questo processo?
• È una speranza per il futuro, ma le differenze sono ancora molto forti.
• I salari e le tutele sociali sono molto diverse.
• Indispensabile partecipare, ma trovare un minimo comune denominatore non è facile. Bati pensare ai sistemi pensionistici.
5 / 3
01:30:30
Cosa ha cambiato la fusione in Ticino?
• Il cambiamento è stato positivo. Nessuno ha nostalgia delle bandiere del SEI e dell’FLMO.
• Non vi è stata una fusione paritaria. Vi è stata una egemonizzazione indolore. Per loro era qualcosa di nuovo e si sono trovati bene.
• Il comitato ha funzionato bene.
01:33:44
Cosa consiglierebbe ad un giovane sindacalista?
• Lavorare col cuore e con la testa. Essere modesti.
• Non bisogna essere prevaricatore.
• Molti hanno una buona scolarità e mi dà fastidio se lo fanno pesare.
• È un lavoro che richiede sensibilità.
• Non mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori.
01:42:40
Ha dei rimpianti e delle delusioni?
• Parla del caso Conza. Il cassiere ha lasciato un forte buco perché giocava al casinò.
• È stato un momento terribile e la centrale ha garantito.
• Lui al momento era presidente del comitato e vi era anche l’idea delle dimissioni.
2000
01:46:06
Questa è stata l’esperienza più bella?
• Il pensionamento anticipato per gli edili e la cosa che gli dà più piacere è la fusione. È rimasto attivo sino al congresso di Lugano.
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2008
01:46:46
Lei è ancora attivo.
• Partecipa alle AND. Parla del referendum contro la riforma 2020.
01:47:30
Consiglierebbe ad un giovane di fare una esperienza come la sua?
• Ho dato molto, ma ho ricevuto molto più di quello che ho dato. Il bilancio è positivo.